Urbino, Palazzo Ducale. Foto di UltraCrome Photography
Una chiusura ha molteplici poteri. Può dare forma ai desideri, evocare messaggi, custodire memorie.
Federico da Montefeltro è stata una figura trale più importanti della sua epoca: nato a Gubbio il 7 giugno 1422 e morto nella nostra Ferrara il 10 settembre 1482 è stato un condottiero, capitano di ventura e “signore della guerra” tanto da portarne in volto segni indelebili: il suo famoso ritratto di profilo del Piero della Francesca non è casuale ma nascondeva un occhio sfigurato in battaglia.
Così come il suo volto anche la sua personalità ha avuto due lati ben distinti: da una parte rude e risoluto guerriero dall’altra grande mecenate, amante di arte, cultura, buongusto. Uomo coltissimo e raffinatona con una spiccata propensione al “bello” tale da essere definito dal Piero della Francesca “luce dell’Italia”.
Il suo progetto più ambizioso, il Palazzo Ducale di Urbino, è meta turistica di rilevanza mondiale per la sua complessità e ricchezza oltre che per rappresentare appieno lo stile Rinascimentale.
Da semplice palazzo sul colle meridionale con gli interventi di Federico si è trasformato in “città-castello” dalla pianta complessa, dagli ambienti mozzafiato e dalla pregiatissima levatura architettonica sotto le sapienti mani di alcuni dei più grandi architetti dell’epoca come Maso di Bartolomeo, Luciano Laurana, Francesco di Giorgio Martini.
Opulenza, sicurezza, qualità architettonica: tutte caratteristiche presenti in questo palazzo che oltre a residenza diventa anche simbolo di un modo di pensare e di amore per la modernità.
Le monumentali porte interne in legno finemente intarsiato e contornate da monumentali decorazioni raccontano secoli passati ma anche ambizioni, sogni, autocelebrazione e ricchezza.
Messaggi forti e precisi che a chi come noi lavora giornalmente a contatto con le chiusure non passano inosservati e che amiamo condividere con voi.